Viviamo in un’epoca in cui tutto è online e tutti siamo online.
Non ci è consentito esser offline; ci farebbe restare “indietro” e per alcuni è impossibile.
Il telefono rotto o dimenticato a casa ci mette in ansia, ci sentiamo in astinenza, proprio come quando finiamo le sigarette. Ora come faremo? Siamo totalmente disconnessi!
Di tutto ciò e delle conseguenze a questo connesso ci racconta il film di cui vi parliamo oggi: Disconnect.
Disconnect è un film che si compone di più storie, tra loro molto diverse, che hanno in comune solo un elemento: la tecnologia e il suo uso all’interno della vita dei singoli personaggi.
Ci sono una storia di cyberbullismo finita male, una storia di prostituzione minorile via web e infine quella di una coppia derubata da un hacker.
La prima storia racconta di un padre vedovo, investigatore privato, che scopre gli atti di cyberbullismo compiuti da suo figlio e da un suo amico ai danni di un coetaneo che frequenta la stessa scuola e che, dopo continue derisioni da parte dei compagni di scuola, tenta il suicidio.
Quella della famiglia di Ben (l’adolescente vittima di atti di cyberbullismo), il cui padre, un avvocato di successo, trascura gli affetti per la carriera salvo accorgersene quando la situazione è ormai già compromessa.
E ancora, la vicenda di una giovane coppia in crisi, derubata non solo della serenità dopo la perdita del loro primogenito neonato, ma anche del conto in banca con i risparmi di una vita, causa clonazione della loro carta di credito da parte di un hacker.
C’è, infine, l’avventura della giornalista Nina che, alla ricerca di un reportage esclusivo che le possa garantire un maggior riconoscimento professionale, si addentra nell’ esplorazione dell’universo del cybersesso riuscendo a conoscere e intervistare un ragazzo che sbarca il lunario con delle chat erotiche per adulti e non.
Tutto avviene davanti ad un pc, capace di attrarre magneticamente la solitudine dei personaggi che, nel riflesso dello schermo, sembrano cercare quell’ attenzione mancata verso i loro difficili vissuti emotivi.
Questo film ci fa riflettere sull’importanza di restare invece connessi alla realtà, agli affetti e alle persone a noi care, nel modo più concreto.
Il senso di smarrimento che proviamo oggi ogni volta che non troviamo il telefono.
L’ansia della batteria che si sta scaricando, il bisogno quasi fisico di avere dell’elettricità.
Il fastidio e l’intolleranza che proviamo quando non c’è copertura.
Sono tutte espressioni queste, di una generazione che va sempre più verso il distacco, fisico ed emotivo, dall’Altro.
Abbiamo modificato le nostre le nostre relazioni e i nostri rapporti. Ci sarebbe da parlare del fatto che abbiamo l’ansia di rispondere, l’ansia di vedere se ci rispondono, che se uno non risponde per cinque ore probabilmente è morto, di verificare la doppia spunta blu.
Non pensiamo invece che l’altro ha solo voglia di avere un po’ di privacy.
Che forse restare un po’ più disconnessi non ci farebbe poi così male…
“Oggi che siamo sempre connessi…ci sentiamo più lontani che mai” Dal film “Disconnect”
Trailer Ufficiale https://www.youtube.com/watch?v=KaormWrg1C8
Dott.ssa Piera Boscaino
Psicologa-Psicoterapeuta
APS Newid