Nella società d’oggi sono sempre di più i disturbi legati all’alimentazione e all’immagine corporea.
Tra i più frequenti e, soprattutto, tra i più noti troviamo l’anoressia, la bulimia e l’obesità ma numerose sono le nuove forme di Disturbi del Comportamento Alimentare che riscontriamo nei giovani e nei meno giovani.
A diventare un fenomeno sociale, grazie anche alla velocità e alla quantità di informazione che vengono prodotte dai “social media”, è la bigoressia, cioè il desiderio di alcune persone di aumentare le dimensioni del proprio corpo, di accrescere sempre di più la massa muscolare.
Evidente è la presenza di un disturbo dell’immagine corporea poiché il bigoressico percepisce il proprio corpo come esile e mingherlino quando, nella realtà, appare tonico e muscoloso. Inoltre, come l’anoressia, la bigoressia è caratterizzata da un eccessivo e compulsivo esercizio fisico (nella maggior parte dei casi in forma di sollevamento pesi) che, in situazioni estreme, può portare all’interruzione della normale attività lavorativa e sociale.
I soggetti bigoressici aderiscono a piani di dieta rigida, caratterizzati dal mangiare ogni 3 ore, sia con la sensazione di fame sia senza, dal calcolare ossessivamente i macro nutrienti di tutti gli alimenti, dall’evitare pasti che sfuggono dal loro controllo ed dall’eliminare molti tipi di cibo che sono desiderati e/o necessari.
Ma cosa accade se tali soggetti non rispettano il rigido esercizio e i regimi dietetici?
In genere la conseguenza è ansia intensa, senso di colpa, immediati tentativi di compenso proteico e sessioni di allenamento extra, fino ad arrivare all’utilizzo di sostanze dopanti.
La bigoressia è quindi una condizione grave di sofferenza che va riconosciuta e curata.
Ma come possiamo discriminare la sua presenza nelle persone a noi care o semplicemente nei nostri conoscenti?
Per parlare di bigoressia dobbiamo individuare in una persona le seguenti caratteristiche:
- Preoccupazione legata all’idea che il proprio corpo non sia sufficientemente slanciato e muscoloso;
- Trascorrere molte ore a sollevare pesi e attenzione eccessiva alla dieta;
- Evitare situazioni dove il corpo viene esposto agli altri poiché la conseguenza è forte angoscia e ansia intensa;
- Preoccupazione legata all’inadeguatezza della taglia corporea o della muscolatura che causa angoscia eccessiva e una compromissione delle aree sociali (dal lavoro, all’amicizia, dall’amore al semplice uscire);
- L’individuo continua ad allenarsi, a fare la dieta o a usare sostanze anabolizzanti nonostante sia a conoscenza delle conseguenze fisiche e/o psicologiche avverse.
Vi starete chiedendo se portare avanti uno stile di vita simile non abbia delle conseguenze sulla salute.
La risposta è positiva poiché le sedute di allenamento che proseguono nonostante la presenza di infortunio o malattia portano a condizioni di stress protratto e, l’assenza di adeguati tempi di recupero, può dar origine ad una sintomatologia critica con astenia, faticabilità e problematiche cardiocircolatorie anche a riposo.
L’esercizio fisico eccessivo può essere inoltre posto all’origine di quadri di indolenzimento muscolare cronico, tendiniti e problemi articolari oltre che ad un calo del peso e a disfunzioni del sistema immunitario.
È importante quindi poter differenziare lo sport e il sano allenamento da quelle forme patologiche in cui l’attività fisica e l’alimentazione sono degli strumenti utilizzati per far fronte a dolori, sofferenze e problematiche profonde, emotive e psicologiche.
Gabriella De Simone
Psicologa e Psicoterapeuta
APS Newid