A SUON DI MUSICA!

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Quando la musica aiuta a star bene.

Giugno: estate, sole, caldo, mare ma, soprattutto, tempo di concerti!

Quanto ci sono mancati i concerti negli anni del COVID? Quelle meravigliose manifestazioni sociali che attendevamo per cantare a squarciagola insieme ad amici sulle note delle nostre canzoni preferite, quanto le abbiamo attese nuovamente? E quanto, proprio negli anni del COVID, la musica ha accompagnato le nostre giornate soprattutto nei giorni del lockdown?

Compagnia, sottofondo, motore di emozioni, memorie, momenti speciali: la musica è da sempre rappresentazione di tutto questo.

Ma cosa significa affermare che la musica aiuta a star bene?

Come mai la musica rappresenta uno strumento così potente per il nostro benessere?

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la musica agisce sulle aree neuronali deputate alle facoltà cognitive dell’apprendimento, della memoria e del movimento. Funge, inoltre da collante sociale, perché le persone che fanno e ascoltano musica insieme sono più disposte a trattarsi bene e ad aiutarsi tra di loro.

La musica produce il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che è collegato alle aree più antiche del cervello: dà piacere ed è legata alla nostra sopravvivenza. Questo succede, perché, come hanno testimoniato diverse ricerche, quando si ascolta la musica, il cervello comincia ad accendersi, attivando le aree che regolano le emozioni, il movimento, il linguaggio, la memoria. La musica stimola la nostra consapevolezza interiore e migliora il nostro umore; agisce sulla regolazione della respirazione, del battito cardiaco e della pressione sanguigna.

E’ proprio sulla base di queste evidenze scientifiche che nasce la musicoterapia, disciplina che attraverso l’uso della musica e degli elementi musicali (suoni, ritmo, melodia, armonia) con interventi individuali o di gruppo, favorisce la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione di sé. Utilizzata nel campo delle riabilitazioni psicomotorie, aiuta, in particolare, il lavoro del professionista alle prese con i disturbi dell’umore, deficit di lettura e apprendimento, spettro autistico, le demenze e le malattie neurodegenerative.

In che modo, quindi, la musica è un potente farmaco simbolico?

  1. La musica è efficace per ridurre uno stato ansioso. Sembra che ascoltare musica induca la produzione di ossitocina, particolare ormone “responsabile della felicità”;
  2. Rinforza il sistema immunitario grazie all’aumento dei linfociti e dei livelli dell’immunoglobulina A, importante anticorpo;
  3. È traduttore emotivo! La musica favorisce la comprensione delle emozioni e ci connette immediatamente ai nostri stati emotivi;
  4. Favorisce le relazioni sociali. Rappresenta uno strumento simbolico riscontrabile in ogni cultura, che avvicina persone di differenti provenienze geografiche, sociali ed è linguaggio comune anche tra diverse fasce d’età;
  5. Facilita il recupero della memoria. La musica accompagna eventi significativi della nostra vita. Quando ascoltiamo una melodia, immediatamente raffiguriamo mentalmente immagini ad essa connesse, segniamo punti del nostro passato, ricostruiamo la storia.

La musica contemporaneamente ci avvicina agli altri, anche sconosciuti, e a noi stessi, forse anche alla parte sconosciuta del proprio sé.

Ritornando ai concerti, è facile pensare che l’esperienza che si vive durante un concerto è un’esperienza personale, soggettiva e sociale. In quel momento sono profondamente connesso a me stesso, al mio mondo interno e personale e, simultaneamente, sono parte del contesto sociale. Lo sconosciuto diventa amico, ci si ritrova spesso a ballare e cantare abbracciati a perfetti estranei che, però, lo sono un po’ meno proprio perché il momento di condivisione è potente e abbatte ogni barriera.

La musica aiuta a stare bene perché ci libera da tante convenzioni, doveri, vincoli, donandoci un senso di autenticità e profondità. Ci accompagna nei nostri viaggi quotidiani, in molte attività ed esperienze di vita.

Il pentagramma musicale può diventare simbolo del pentagramma della nostra esistenza: ci sono note alte e basse, suoni differenti, ci sono pause e riprese, la melodia non sempre più piacerci ma la musica non si ferma, continua e aiuta l’espressione di sé.