Quando possiamo capire di essere davanti ad una persona affetta da Anoressia Nervosa?
Oggi giorno l’ideale di bellezza è rappresentato da forme sottili, da una linea magra e longilinea. Giovani e giovanissimi aspirano ad un corpo magro e le loro abitudini alimentari e di vita sono calibrate su tale ideale. Ma come può un genitore o un insegnate distinguere un ragazzo “alla moda”, magro e snello da una persona ossessionata da tale magrezza?
L’Anoressia Nervosa è un grave disturbo psichiatrico, tra i più diffusi e visibili. Si definisce nervosa in quanto funzionale e non organica, cioè non riguarda inappetenza o rifiuto del cibo dovuti a malattie del corpo. Al contrario, nella maggior parte dei casi la fame sembra aumentare. Il controllo sulla fame diventa ancora più forte e produce grande soddisfazione.
Il manuale diagnostico più importante al mondo, il DSM, individua tre caratteristiche per definire anoressica una persona:
- Restrizione dell’introito calorico rispetto al fabbisogno tale da condurre a un peso corporeo significativamente basso in rapporto all’età, al sesso, alla traiettoria evolutiva e alla salute fisica. Si definisce significativamente basso un peso che sia inferiore a quello minimo normale o, nel caso dei bambini e degli adolescenti, inferiore al peso minimo atteso per l’età e il sesso.
- Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, o persistere in comportamenti che interferiscono con l’aumento di peso anche quando questo è significativamente basso.
- Alterazione del modo in cui vengono vissuti il peso o le forme del corpo, influenza indebita del peso o delle forme del corpo sulla valutazione di sé, o persistente mancanza di riconoscimento della gravità del sottopeso corporeo attuale.
In passato vi era un quarto elemento che caratterizzava il disturbo anoressico, nello specifico nelle femmine: l’amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi dopo il menarca.
Un insegnante o un genitore può, quindi, riconoscere alcune caratteristiche ben precise:
- Paura di ingrassare: una vera e propria fobia, anche quando il peso è sotto la norma.
- Restrizione alimentare: nel caso di una anoressia restrittiva è crescente la diminuzione di kilocalorie e quindi di cibo che viene assunto; nel caso di una forma bulimica la persona ha episodi ricorrenti di abbuffate compulsive o di pratiche di svuotamento (cioè vomito autoindotto o abuso/uso improprio di lassativi, diuretici, o clisteri).
- Esercizio fisico eccessivo e compulsivo: incapacità di restare fermi e rilassati, vi è uno stato di attivazione motoria costante.
- Disturbi nella relazione con il proprio corpo: insoddisfazione costante verso il proprio corpo, che porta anche ad un disturbo dell’immagine corporea, la persona si vede grasso quando in realtà è sottopeso.
- Bassa autostima: il valore della persona si basa quasi esclusivamente sulle forme e sul peso
- Pensiero rigido: il pensiero si appiattisce su pochi e stereotipati tempi, quali cibo e peso.
- Deficit nel riconoscimento delle emozioni: si manifesta una grave difficoltà a riconoscere e comunicare le proprio emozioni.
- Deficit cognitivi: il costante deperimento porta un calo importante della concentrazione, dell’attenzione e della memoria.
Numerose sono le manifestazioni osservabili, tante quanto le problematiche che la persona vive e le difficoltà che affronta. Molti sono i problemi di salute e le conseguenze che un disturbo anoressico scatenano. Per tale ragione è importante riconoscere tali segni precocemente così da poter aiutare tale persona in quanto nella maggior parte dei casi non riconosce di avere un problema. Rivolgersi ad uno specialista è il primo passo per affrontale l’Anoressia Nervosa.
Gabriella De Simone
Psicologa e Psicoterapeuta
APS Newid