La percezione di un mondo costantemente in evoluzione e in movimento, bisognoso di evolversi e aggiornarsi, pone la questione della crescente necessità, da parte degli psicologi e degli psicoterapeuti, di una formazione continua e di una creazione di una rete professionale supportiva e collaborativa.
Il lavoro di uno psicologo è costellato di momenti di empasse, dubbi e criticità, spesso di difficile risoluzione. Mantenere un equilibrio emotivo nel rapporto con l’altro, patologie complesse, risultati limitati, sono una parte dei problemi che si presentano durante l’esperienza di un terapeuta. Ciò che viene adottato per un caso particolarmente critico è uno spazio di confronto tra colleghi professionisti che può essere diverso a seconda della situazione. La supervisione, ad esempio, è una pratica professionale, condotta da un supervisore, che ha l’obbiettivo di valutare e facilitare il processo terapeutico di un caso clinico evidenziando e potenziando le competenze professionali di un professionista “meno esperto”. Sebbene la supervisione abbia innumerevoli vantaggi, è sempre più messa in risalto un’altra pratica professionale basata su una relazione più orizzontale tra i professionisti, ovvero quella dell’intervisione.
L’intervisione mette in relazione professionisti considerati pari, offrendo uno spazio di contenimento in cui gli psicologi offrono le proprie conoscenze e competenze al fine di creare un rapporto collaborativo, empatico e utile alla riflessione sulla situazione. Il vantaggio dell’intervisione corrisponde anche all’immergersi nelle teorie e nelle tecniche di colleghi che hanno una formazione e una metodologia diversa dalla propria, il che contribuisce a un empowerment personale, professionale e culturale. I gruppi di intervisione, discutendo su un caso portato da un membro, si scambiano informazioni e feedback, condividono strumenti e approcci diversi, mostrano diverse lenti di lettura della situazione, diventando una risorsa fondamentale per esplorare più a fondo la relazione terapeutica tra un professionista e il suo paziente. Ci si aiuta in un’atmosfera di idee arricchenti, al fine di valorizzare la crescita personale e la collaborazione tra colleghi.
Quest’esperienza assume una fondamentale importanza anche in Newid. L’associazione, mensilmente, si riunisce in un gruppo di intervisione dove i membri del team clinico, ma anche “colleghi esterni” come psicologi iscritti all’Albo o psicoterapeuti (anche in formazione), discutono su un caso clinico. Si promuove un’interazione partecipata, attiva e riflessiva, facendo emergere la ricchezza delle diverse esperienze professionali nell’aiutare il terapeuta con il suo caso, ma fornendo anche spunti importanti per il lavoro dei singoli partecipanti.
Una toccante citazione di una famosa terapeuta familiare, Virginia Satir, ci dà l’esempio della qualità di un contesto formativo, esperienziale e relazionale, quale è l’intervisione:
“Voglio poterti amare senza aggrapparmi, apprezzarti senza giudicarti, invitarti senza insistere, lasciarti senza senso di colpa, criticarti senza biasimarti, aiutarti senza umiliarti; se vuoi concedermi la stessa cosa, allora potremo veramente incontrarci e aiutarci reciprocamente a crescere”
Eduardo Esposito
Psicologo, APS Newid